“Che vi sia, ciascun lo dice; dove sia nessun lo sa”

Alzi la mano chi non ne ha vista neppure una. Onnipresenti, sempre uguali a sé stesse, tetragone agli insulti del tempo come le speciazioni animali di successo, le campagne pubblicitarie dei “divani e poltrone di qualità” occupano nell’immaginario collettivo lo spazio che un tempo era presidiato da un altrettanto geniale imprenditore di Biella.

Laddove il talento consiste nell’adozione di una formula – rigorosamente sempre la stessa – sostenuta dalla presenza affettuosa di testimonial che fanno parte della storia della televisione italiana.

Messa da parte l’ammirazione per il coraggio imprenditoriale che la scelta di un format narrativo dispendioso come una notte senza freni al Casinò presuppone, la domanda che sorge spontanea riguarda il significato della parola qualità; chi come noi promuove la distribuzione di oggetti di design oggettivamente assai più costosi di altri apparentemente simili, non può che porsela questa domanda. Qualità percepita, qualità relativa, oppure qualità assoluta? E ancora: la qualità del “direttore di produzione” o la qualità dell’“amministratore delegato”? E se invece si trattasse della qualità del progettista? Walter Gropius, il papà del Bauhaus, era piuttosto determinato al proposito.

Nutriamo un grande rispetto per chi a proposito di beni dell’arredo – mobili, lampade, accessori – sceglie il “largo consumo” piuttosto che rivolgersi alle boutique del design. Tuttavia, non sempre (diciamo pure assai raramente) prodotti che paiono simili al punto da poter essere scambiati l’uno per l’altro, offrono prestazioni equivalenti. La qualità – relativa e assoluta – è una padrona esigente. Impone regole severe. Non perdona furbizie e non consente scorciatoie. E’ la qualità del direttore di produzione, il migliore e più fedele alleato del progettista. Loro non fanno sconti. Non transigono sulle materie prime, sui semi lavorati, sui tempi e sui modi, e neppure sui membri della filiera produttiva. E’ per questo (è anche per questo) che la qualità costa. Perché costano le idee del progettista: nuove e originali; perché costa produrre in un certo modo; perché inventare, innovare, sperimentare, indicare una strada che poi altri più comodamente percorreranno, costa. Funziona così sin dai tempi dei Romani che (intelligentemente) copiavano le statue Greche senza pagare il copyright.

La qualità ha questo di bello, o di brutto a seconda dei punti di vista. E’ come il lavoro del dentista: se è fatto a regola te ne accorgerai dopo vent’anni; è come un matrimonio felice; è come quel divano dalle linee strepitose che non aveva nessuno e tu sei stato il primo, o così credevi; e adesso è ancora lì come il primo giorno, pronto ad accudirti mentre guardi le pubblicità in televisione.

La qualità ha questo di brutto, o forse di bello a seconda dei punti di vista. E’ come un’opera d’arte contemporanea: non c’è una casetta alpina con le montagne sullo sfondo e le caprette felici, e tu guardi e dici ma che bello. No. La qualità del design è come l’arte del Novecento. Qualcuno te la deve spiegare. Non è un problema tuo, anzi. E’ normale non comprendere di primo acchito dove stia la qualità di un tavolo, di una lampada, di una sedia e del divano su cui sei sdraiato a guardare la pubblicità. Qualcuno te la deve spiegare partendo dall’idea di progetto e proseguendo con la storia dello sviluppo, i prototipi e tutto il resto. Qualcuno ti deve saper raccontare la fatica, i tentativi, la ricerca, gli errori e i fallimenti. E, infine, la grande inimitabile soddisfazione che prova chiunque – dal magazziniere all’amministratore delegato – abbia partecipato alla creazione di un prodotto destinato ad essere ammirato, invidiato e copiato nel tempo. Una “cosa” pensata per dare piacere. Una cosa che si gode anche solo con gli occhi. Chi vuole, chi sceglie, chi compra prodotti “Made in Design” ha il dovere di sapere, prim’ancora che il diritto: sapere cosa si è messo in casa. Perché quegli oggetti parleranno per lunghissimi anni di lei e di lui.

Ecco, diciamo che il mestiere di spiegare cos’è e dove abita la qualità è il nostro mestiere in purezza.